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domenica 15 febbraio 2015

ANCORA SUI CAFFE' LETTERARI - LA STORIA, LA LORO TRASFORMAZIONE.


Da quando vi ho parlato del caffè letterario (articolo letto da quasi 9000 persone!), pare sia nata una vera e propria corsa all'apertura di questo tipo di locale, anche se denominati con altri nomi (book bar, library bar, risto book).
La sostanza però è sempre quella, e l'idea sembra rivelarsi ogni giorno di più quella vincente.

Oggi perciò voglio farvi conoscere alcune di queste realtà in Italia e ripercorrere con voi quella che è la storia di questo genere di locali.

I veri e propri caffè letterari, intesi come luoghi di aggregazione culturale nascono agli inizi dell'Ottocento.
In questi ritrovi a dir poco affascinanti, si riunivano abitualmente gente comune e grandi personalità (bastino, ad esempio, artisti del calibro di Guttuso, Ungaretti, Kafka e Sthendal) per discutere di cultura, ideali e opinioni.
La peculiarità di questi momenti d’incontro era la presenza costante di una tazza di caffè o di un bicchiere di buon vino compagni di viaggio di conversazioni che potevano durare anche un'intera giornata e fino a notte fonda.



Per decenni, soprattutto nelle principali metropoli, questo genere di locale, grazie all'energia sprigionata dai suoi stessi avventori, ha spopolato e fatto fiorire il clima intellettuale mondiale, in un susseguirsi di dibattiti, scambi di visioni e ispirazioni.

Col passare degli anni, questi ambienti caratteristici si sono, com’ è nella natura delle cose, evoluti, ed hanno assunto nuove forme rimanendo però fedeli al proprio intento.

Il cambiamento radicale ha avuto inizio negli Stati Uniti ed in particolare nella Grande Mela, dove, alcuni anni fa, è nato il “Library Cafè”, destinazione indubbia per chiunque ami la lettura e non disdegni la buona cucina. Negli anni successivi questa tipologia d’intrattenimento si è affermata anche nelle principali città europee assumendo il nome di Book bar o Risto book secondo il servizio offerto al suo interno. Non mancano nemmeno delle forme per così dire, ibride, come le molteplici librerie che sempre più spesso si sono adeguate, inserendo al loro interno angoli bar e scaffali con una fornita scelta di vini e prodotti gastronomici acquistabili insieme al libro o al periodico preferiti. Un connubio tra due piaceri, quello della lettura e quello culinario che addirittura sfocia sempre più spesso nell’ organizzazione di eventi particolari. Accanto ai classici aperitivi, alle presentazioni di volumi o alla creazione di gruppi stabili di lettura e scrittura, sono proposte, soprattutto all’ interno dei Risto book, occasioni di ritrovo davvero uniche.

L’idea che più di altre ha innovato, è quella di far degustare portate dedicate o menù ispirati alle più svariate opere letterarie (come vedremo avanti).

Un nuovo modo dunque di rivisitare il proprio romanzo preferito o di avvicinarsi a un’opera mai presa in considerazione, con l’occasione di poterli addirittura assaporare! A tutto questo si aggiunge l’utilizzo delle nuove tecnologie, con la possibilità, nei locali più attrezzati, di accedere a sale studio con area wi-fi annessa. Viene dunque data libertà assoluta di scelta tra la cara, vecchia lettura di un buon volume cartaceo o la visione diretta di un e-book da e-reader affidati in comodato alla clientela.

Nutrimento per la mente e per il corpo, unione a dir poco sublime che, partendo da un’idea di fondo piuttosto antica, da modo alla sottile ma influente corrente energetica del sapere di continuare a scorrere, consentendoci, nel contempo di abbandonarci ai piaceri della convivialità e della socializzazione per una volta lontano dai social.




Per venire alle questioni italiane, le prime librerie-bar sono comparse nella nostra penisola una ventina di anni fa, e le prime ad introdurle sono state alcune grandi librerie che cercavano di dare ai loro clienti un motivo in più per trattenersi all'interno dei loro punti vendita; successivamente il bar è diventato un modo per alzare i margini di guadagno offerto dai libri, e, infine, i locali con libri sono diventati (come dovrebbe sempre essere, e com'era stato per i caffè letterari) dei centri di energia, dove la cultura non è solo stampata, e un libro e una buona birra sono un modo per condividerla.

Ma quanti sono e dove sono i book bar in Italia? Questo genere di locali sono dislocati un pò uniformemente in tutta la penisola, e anche se non sono tantissimi, hanno riscontrato, fin dalla loro apertura, un notevole gradimento dei loro clienti.

Ad esempio a Milano c'è lo “Scriptorium cafè” che prende spunto dai Book bar internazionali. I duei ideatori,  Marco Vagli, di origini toscane, e Andrea Marras (suo cognato, milanese), accanto al ruolo tradizionale del bar, hanno saputo dedicare largo spazio al mondo dei libri, generosamente donati grazie al passaparola.

Il progetto nasce quasi per caso. Avevano da tempo l’idea di aprire un bar e hanno trovato il locale giusto in via Sant’Agnese, vicino all’università Cattolica. E proprio la vicinanza dell'Università ha suggerito loro l'apertura di un locale del genere essendo convinti che il classico bar non sarebbe andato bene.  E hanno pensato a questa iniziativa: all’interno del bar, mettere a disposizione dei libri per i clienti, libri che sono diventati sempre più numerosi fino a diventare una vera e propria libreria.

È nato così un “caffè letterario”, dove i ragazzi possono andare chiaramente per bere un caffè, prendere un panino o un dolce ma anche trascorrere del tempo, possono prendere tutti i libri che della libreria, leggerli al bar o portarli direttamente a casa.

Diventatndo un luogo di svago e aggregazione, non solo un posto dove bere un caffè e poi andarsene. Non a caso è stata creata una sala studio e installato anche l’area wifi. E il successo è stato immediato.

I libri sono di tutti i generi. Merito del passaparola e di “Facebook” dove è stata fatta circolare la voce riguardo la nuova iniziativa, Tantissimi volumi sono stati donati da chi ne aveva in esubero a casa propria, chi voleva disfarsene, chi non aveva più spazio in casa per tenerli e invece di buttarli via – perché ovviamente non si può buttare via un libro! -, li hanno donati al bar per essere a disposizione di tutti. Dalla narrativa alla poesia, testi scientifici, classici, libri in lingua straniera…  

Accanto alla ricerca letteraria c’è stata una ricerca gastronomica ; hanno diviso i panini seguendo i generi: classici, narrativa, poesia, scientifici, fiabe etc. Poi all’interno dei generi, hanno segnato il nome di uno scrittore o di un’opera a seconda del gusto e degli ingredienti. Tra i classici c’è ad esempio l’“Odissea”, la “Divina Commedia”, “Guerra e Pace”; nella narrativa c’è Guareschi, Calvino, Verne; tra quelli scientifici c’è Galileo, Leonardo, Copernico… e così via. Ci sono un po’ tutti gli autori principali nazionali e internazionali. Nel panino “Guerra a Pace” c’è, ad esempio, il salmone con burro e fette di limone. “L’inferno” della “Divina Commedia” è invece farcito con salame piccante, caprino e peperoncino. Così che il panino ricordi un po’ lo scrittore e l’opera.
Ma la loro specialità è la ghiacciata di frutta inventata già all’epoca dei Romani: frutta e ghiaccio lavorati in modo particolare. Una delizia. È un’antica ricetta che si dice risalga a Plinio il Vecchio.

E per diffondere la passione per la scrittura e la lettura daranno inizio anche a delle serate e a intere giornate dedicate alla narrativa e agli scrittori, soprattutto emergenti con incontri ad hoc dedicati ai libri.

Ma da Nord a Sud ci sono ancora vari locali che varrebbe la pena visitare:

nella capitale, in zona Ostiense, troviamo il Caffè Letterario, in cui vengono organizzate molte attività culturali. Si tratta del caffè letterario più grande di Roma, con quasi 1000 mq, tanto che al suo interno una zona ospita anche una biblioteca comunale, dando vita ad un vero e proprio Bibliocaffè letterario;
a Milano, oltre allo "Scriptorium Cafè" e alla Libreria Feltrinelli RED di recente attivazione, dove gli scaffali dei libri in vendita sono inseriti tra i tavolini del bar e ristorante, con area lettura e wifi gratuito, un ritrovo originale per gli amanti dei libri è La Caffetteria degli Atellani, realizzata in una struttura architettonica a forma di cubo di vetro dove potrete sfogliare libri, mangiare specialità e visitare il bookshop dedicato al mondo del cinema;
a Torino non perdete il Mood, la caffè libreria con oltre 15mila titoli e punto di ritrovo culturale;
a Firenze è molto nota La Libreria café La Cité, dove, oltre a leggere un libro e bere qualcosa, potrete ascoltare anche musica dal vivo;
la città di Bari offre Musa Sapori e Saperi, il luogo adatto per leggere e sorseggiare un calice di vino o un caffè.
I book bar quindi rappresentano un modo diverso di vivere la quotidianità, sono luoghi in cui è possibile fare nuovi incontri, partecipare a dibattiti e mostre.
Tra passato e presente, letteratura e gastronomia, permettono di realizzare scambi culturali nel luogo più popolare che esista: il bar.



 

Ma come posso aprire un caffè letterario o book bar?

Nel capire la trafila burocratica per aprire un bar con libreria bisogna tener conto delle due anime del progetto: libreria da una parte e ospitalità dall’altra.

Dopo le liberalizazzioni degli scorsi anni aprire una libreria non è difficile. Si richiede la partita IVA all’agenzia delle entrate, ci si iscrive al registro delle imprese e si comunica l’inizio dell’attività 30 giorni prima all’ufficio unico delle imprese del comune dove andiamo ad aprire.

Il bar offre però qualche difficoltà in più. Per gestire un’area di somministrazione bisognerà avere il SAB (o ex REC), bisognerà poi frequentare corsi antinfortunistici e HACCP. Tutte le aree di preparazione e di somministrazione inoltre dovranno essere in linea con i regolamenti sanitari di zona (consigliato rivolgersi alla ASL per un parere preliminare).

Una volta decisa l’apertura e seguite le trafile burocratiche dovremo preoccuparci delle materie prime, il caffè sì, ma anche i libri. Questi o si recuperano con il passaparola, e acquistandoli usati o si comprano da grandi concessionari (come dei “grossisti” di libri), come Messaggerie e altri più, regionali, come CDA.

Gli ordini ai distributori si fanno dai cataloghi che ci mettono a disposizione, in cui sono presenti anche titoli che usciranno fra alcuni mesi. Comprandoli (difficile che una libreria abbia meno di 8/10.000 titoli) ci renderemo conto che il margine fra il prezzo di copertina a cui dobbiamo vendere e i prezzi di acquisto non sono purtroppo molto ampio, di solito dal 20 al 30% del prezzo di copertina, sempre di più, comunque di quelli che percepisce l’autore del libro…

Per avere però un'idea più precisa su come trasformare il vostro vecchio bar in un locale di successo come il book bar, affidatevi ad un nostro consulente; con soli 500 euro progetteremo con voi un locale di tendenza che, assieme alle strategie di marketing che vi saranno consigliate, vi permetterà in brevissimo tempo di diventare un punto di riferimento esclusivo ed assoluto nella vostra città.

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Alla prossima!!

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